Infiltrazioni: perchè ecoguidate?
La crescita della Fisiatria Interventistica è sicuramente in parte legata alla diffusione dell’ecografo nell’ambulatorio di fisiatria.
Sin dalla diagnosi che viene spesso approfondita grazie all’ausilio della valutazione ecografica, la gestione delle patologie muscoloscheletriche trova nell’ecografo un valido alleato per il fisiatra interventista.
Trattandosi di uno strumento che non espone il paziente a rischi radiologici (si trasmettono ultrasuoni), di facile e rapido utilizzo e di sempre più comune reperibilità, l’ecografo è definito il “fonendoscopio dei fisiatri”.
Le infiltrazioni sono un valido strumento, sempre di maggiore diffusione, mini-invasivo per la gestione di alcune patologie muscoloschelteriche (ad esempio l’artrosi).
In particolare le infiltrazioni endoarticolari con Acido Ialuronico consentono, spesso, un rapido risultato clinico per un percorso riabilitativo migliore e più efficace.
Per alcune articolazioni (l’anca, ad esempio) è indispensabile utilizzare l’ecografo quando si procede a un’infiltrazione endoarticolare.
In tutti i casi in cui, comunque, si sceglie di eseguire un’infiltrazione, l’ecografo rappresenta un valido aiuto che consente di:
- Attuare un monitoraggio “in diretta” del percorso dell’ago che attraversa i tessuti
- Essere sicuri che l’infiltrazione vada “a segno” (le sostanza iniettate, spesso, sono terapeutiche se iniettate esattamente in posti ben precisi)
- Ridurre drasticamente i rischi che con l’ago si danneggino tessuti (vasi, nervi o superfici ossee)
Dott. Marco Di Gesù – Fisiatra
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